L’attualità a misura di bambino

23 novembre 2016 Blog

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È essenziale che i bambini sin da molto piccoli siano educati a utilizzare i media e a gestire le informazioni. Sentono parlare costantemente di notizie e hanno accesso alle immagini dei fatti di attualità sia in famiglia che al di fuori.

Ci sono alcune regole base secondo Serge Tisseron, psichiatra infantile, psicoanalista e direttore della ricerca presso l’Università Paris Ouest-Nanterre. La prima è scoprire ciò che il bambino sente e come capisce la notizia. La seconda è dargli dei punti di riferimento perché cominci a pensare all’evento secondo categorie obiettive condivise con l’adulto. Questo approccio gli consentirà di gestire nuovi eventi di cronaca potenzialmente traumatici con più distacco e più controllo.

Sul piccolo schermo, è essenziale insegnare loro a distinguere l’attualità, la pubblicità e la finzione, categorie con cui l’adulto ha familiarità. Non è lo stesso per i bambini.

Ma non ci si deve limitare alle immagini. Anche le parole possono sconvolgere. In generale, se il bambino ascolta le informazioni alla radio o lette da un adulto ad alta voce, gli si deve chiedere cosa ha capito, per poi dargli dei corretti punti di riferimento, geografici e semantici. Avete mai provato ad usare un mappamondo e un dizionario? Questi semplici strumenti aiuteranno il vostro compito di adulti.

A facilitare l’esperienza agli adulti, genitori ed educatori, e ad aiutare i bambini ad apprendere correttamente i fatti dell’attualità con un linguaggio appropriato, sono nati negli ultimi mesi nuovi strumenti incredibilmente moderni nella loro semplicità e praticità.

E non parliamo di App o videogame ma di mezzi cartacei, quotidiani e settimanali molto particolari che permettono ai genitori e agli insegnanti di fare riferimento a fonti, oltre a se stessi, scritte su misura per i ragazzi.

Questi strumenti aggiungono anche valore alla scrittura: sono mezzi di informazione a cui si può tornare più spesso, permettendo una riflessione al di la delle immagini che affollano ormai troppo confusamente la loro vita.

Sono casi molto noti e di grande successo in Francia e Gran Bretagna. Pochi progetti di questo tipo hanno purtroppo riscontro in Italia, dove con i suoi vent’anni di storia, soltanto “Popotus” (inserto del quotidiano Avvenire) sostiene l’idea del periodico di informazione per i più giovani, erede di quel “Corriere dei ragazzi” che, unico nella storia editoriale italiana, dava un’attenzione di stampo giornalistico agli avvenimenti di attualità offrendo anche approfondimenti di cronaca e sui fatti storici; non semplice contenitore di fumetti, ma una vera e propria rivista rivolta a un target giovane con un linguaggio adatto e comprensibile.

Oggi c’è un pubblico, tra i più piccoli, interessato a capire che cos’è il Daesh oppure il jobs act? “In un mercato affollato di fumetti e giornalini di intrattenimento foraggiati dall’industria dell’infanzia e popolato di gadget e promozioni allettanti – si legge in una nota del giornale dei vescovi italiani -, da vent’anni Popotus, l’inserto del quotidiano Avvenire, si rivolge ai bambini come un vero giornale, un prodotto informativo fatto da giornalisti e strettamente legato alla struttura del quotidiano”. Otto pagine tabloid, stampa in bianco e nero,“Popotus” fin dal marzo 1996 si è preso con i bambini un impegno molto serio: raccontare loro i fatti grandi e piccoli dell’attualità, traducendo in un linguaggio alla loro portata il complesso mondo della politica, dell’economia, della cultura, dello sport o dello spettacolo, entrando nel vivo dei cambiamenti del costume. E ancora, “Popotus” riferisce storie attinte dalla vita di tutti i giorni che dimostrano come anche l’esperienza del singolo possa essere utile a molti, storie di ordinaria straordinarietà che suscitino voglia di fare e capirne di più. “Per fare un giornale per i bambini – spiega Martinelli -, bisogna avere ben presente il lettore. Quando un bambino guarda il telegiornale e vede le immagini degli attentati terroristici che hanno sconvolto Bruxelles, ad esempio, entra in uno stato di allarme. Per questo noi cerchiamo non soltanto di spiegare come stanno le cose, ma anche di fornire una chiave di lettura positiva. Raccontiamo che il futuro è possibile e che gli uomini di buona volontà hanno il dovere di cambiare il mondo”.

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In Francia, il paese per eccellenza della (tanta) buona stampa per bambini, ci sono i periodici del gruppo PlayBac – editore la cui missione è “cambiare l’educazione dei nostri figli”. Si va da “Petit quotidien” per bambini da 6 a 10 anni, a “Mon Quotidien” per i ragazzini da 10 a 14 anni. Poi ci sono “L’Actu” e “l’Eco” rispettivamente per i ragazzi dai 14 ai 17 anni e dai 15 ai 20 anni. Una gamma di prodotti ampia e articolata che accompagna i ragazzi nella loro crescita con testi su misura per loro, schede, documenti e approfondimenti. Il linguaggio alterna articoli, testi, illustrazioni, fotografie – anche la fotografia è narrazione – e vignette. Proprio come un quotidiano o un settimanale tradizionale. I quotidiani sono spediti a domicilio, ogni giorno, 6 giorni la settimana. Naturalmente il sistema si basa su un efficiente servizio abbonamenti e su un’attività di direct marketing presso gli insegnanti che “fa scuola”, letteralmente.

Sempre su attività di marketing presso il sistema scolastico, particolarmente dinamiche ed efficaci oltralpe, fa leva l’editore Milan – marchio del gruppo Bayard Jeunesse – che ha sviluppato un progetto davvero moderno e interessante. “1jour1actu”, il primo settimanale per ragazzi che nasce già integrato ad un sito di informazione con notizie quotidiane per i bambini da 8 anni in su. Tratta temi anche complessi come: Che cosa è un rifugiato? Che cosa è la biodiversità? Che cosa significa laicità?

Giornalisti specializzati, dizionario on-line per spiegare parole complesse, mappa per geotaggare  l’evento, quiz per valutare la loro comprensione, e la “parola del giorno” per ricordare i principi fondamentali, sono gli ingredienti di base di una ricetta di successo per un nuovo prodotto editoriale davvero al passo con i tempi.

Ogni settimana, il bambino riceve un settimanale che si occupa in modo approfondito delle notizie principali della settimana con illustrazioni ricche e chiare. La periodicità si adatta perfettamente al ritmo del bambino che, in una settimana, può effettivamente fare propri i contenuti del giornale oltre che apprezzare la sezione di grande formato per la condivisione e il dibattito intorno alle news, sia in classe con i compagni o a casa con la famiglia. Con la sua velocità, impaginazione e l’ampia scelta dei soggetti che offre, il 1jour1actu settimanale svolge una vera e propria selezione delle informazioni: un grande aiuto per il bambino contro la marea di notizie che lo raggiungono quotidianamente.

L’abbonato può poi accedere al sito del periodico, nell’area riservata, e informarsi con esclusivi video animati quotidiani “1jour1question” – sulle principali notizie del momento o sui temi della società di oggi come ad esempio: “chi è Hillary Clinton” o “perché alcune persone sono molto ricche a tante persone sono molto povere”, realizzati con grande cura dalla redazione in collaborazione con France Televisions. Una library dei video è disponibile gratuitamente sul sito. I video approfondimenti nascono in risposta alle domande dei bambini e i bambini possono commentarli.

Un nuovo periodico francese racconta, dal mese di settembre, l’attualità ai ragazzi usando il metalinguaggio del fumetto. “Topo”, questo il titolo del bimestrale, nasce dall’esperienza di “La Revue Comic” (rivista di giornalismo a fumetti con 6.000 abbonati e 20.000 copie a numero) e propone 144 pagine di notizie a fumetti per adolescenti curiosi. Nel suo numero d’esordio “Topo” tratta temi come l’uso di YouTube, il tema della politica americana sull’uso delle armi e la loro vendita, il punk. Il lancio di “Topo” avviene a qualche mese dall’uscita per Dupuis di “Groom”, filiazione tutta dedicata all’attualità in bande dessinée per adolescenti del magazine a fumetti Spirou, In “Groom”, come in “Topo”, si parla ai giovani d’oggi del mondo in cui vivono, senza peli sulla lingua, perfino della rivoluzione tunisina che parte dal web, ma anche il tema del cyberbullismo affrontato descrivendo vittime e carnefici con i tratti di animali antropomorfi. Anche “Groom” ha una sezione per gli insegnanti, con pdf appositi per le classi dagli 8 agli 11 anni, e per quelle dai 12 ai 18 anni. Nelle schede per gli insegnanti spunti per brainstorming in classe, per la riflessione e la discussione.

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A conferma ulteriore di una tendenza (può essere solo tutta transalpina?) che i ragazzi vogliono essere informati e parlare del mondo che li circonda, ma che la modalità con cui gli si propongono le notizie deve essere davvero speciale e adatta a loro. Sembra funzionare il giornalismo a fumetti purché ci sia una redazione solida e competente, in cui lavorano fianco a fianco, giornalisti, disegnatori, illustratori.

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Oltremanica, è recente il lancio di un nuovo periodico “The Week Junior” il cui statement “making sense of the world” trasmette immediatamente il senso della missione educativa/informativa del giornalismo per ragazzi. The Week Junior è “derivato” da un settimanale di notizie e attualità “The Week” edito da Dennis Publishing. Settimanalmente spiega le notizie in un modo accessibile, coinvolgente e intelligente, perché i giovani lettori possano costruirsi un’opinione sui fatti dell’attualità che li coinvolgono. Dalle notizie di natura, scienza alla geografia, al cinema, al coding, il magazine tratta una vasta gamma di argomenti interessanti, e offre ai bambini le informazioni di cui hanno bisogno nel modo in cui le vogliono: conciso, colorato, immediato, emozionante, con un format forse più vicino al nostro Focus Junior che non agli epigoni francesi.

Il fiorire di queste iniziative editoriali si inserisce nel più ampio trend che sostiene i valori della lettura su carta. Da più parti si riafferma infatti che le proprietà della carta, tangibile, multisensoriale, duratura, archiviabile la rendono unica per l’apprendimento, la memorabilità delle informazioni.

Nell’ambito di uno studio della Norway’s Stavanger University, e pubblicato sul Guardian, ai partecipanti è stato sottoposto un racconto da leggere. Metà del campione ha avuto a disposizione un supporto cartaceo, metà un Kindle. Terminata la lettura, a tutti sono state fatte delle domande sulla trama: il primo gruppo di lettori ha dimostrato una maggiore comprensione rispetto al secondo. Evidenza di come i lettori “digitali” siano stati meno coinvolti emotivamente dalla storia rispetto agli altri.

Perché questi progetti mancano in Italia? Mancano i giovani lettori perché non c’è prodotto editoriale intelligente adatto a loro (si va sul sicuro con periodici dedicati ai personaggi, alle licenze), o non c’è periodico per ragazzi perché non ci sono i lettori? A giudicare dai volumi in costante crescita dell’editoria libraria per ragazzi (+16,9% titoli prodotti; +7,9% quota di mercato, dati AIE ottobre 2016), e con il supporto dei dati di Doxa Kids che confermano una dimensione del lettorato costante nel tempo con alcuni fenomeni a trainare vendite e lettura, sembra dimostrata una certa voglia di approfondimento nelle giovani generazioni.

Il successo di questi periodici può essere “importato”? Forse sì, ma crediamo sia necessario attenersi ad alcune regole fondamentali: pianificare e non improvvisare, applicare serietà e coerenza nella proposta editoriale, approcciare il mondo della scuola cercando un’alleanza, coinvolgere i clienti uno a uno, approfittando anche degli strumenti del direct marketing digitale che oggi permettono un piani misurabili, efficienti ed efficaci.